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Si è svolta al Campus di Viale delle Scienze la proclamazione delle prime laureate e dei primi laureati in “Digital Humanities per l’Industria Culturale”, il nuovo Corso di Laurea telematico dedicato alla formazione digitale e umanistica del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo.

Alla cerimonia hanno partecipato la coordinatrice del corso, prof.ssa Donatella La Monaca, e i proff. Diego Mantoan, Arianna Pipitone, Alba Castello, Claudia Carmina, Giuseppe Città, Reza Shabazian e Giuseppe Paternostro.

«Le tesi discusse hanno messo in luce un alto livello di innovazione e interesse scientifico, affrontando temi cruciali per il futuro della digitalizzazione del patrimonio culturale – spiegano i componenti della commissione di laurea – I lavori hanno spaziato da progetti basati sull’intelligenza artificiale per l’inclusione e l’accessibilità del territorio, a sistemi intelligenti per il recupero e la valorizzazione dei dati provenienti da piattaforme GLAM - Galleries, Libraries, Archives and Museums, rassegne di esperienze e progetti per la fruizione del patrimonio culturale siciliano, fino a strumenti intelligenti per stimolare il pensiero critico nella didattica educativa e il problem-solving collaborativo in contesti ludico-educativi.
Tra i lavori proposti – proseguono – anche la robotica al servizio degli studenti universitari, con una tesi che ha proposto un robot come primo sportello di accoglienza al supporto psicologico nei contesti accademici, realizzata presso il nuovo laboratorio AIRH Lab - Artificial Intelligence and Robotics for Humanities, recentemente fondato in Dipartimento dalla prof.ssa Arianna Pipitone. Un progetto che testimonia l’approccio interdisciplinare e applicativo del corso, capace di coniugare umanesimo, tecnologia e innovazione sociale».

«Queste prime lauree rappresentano un traguardo importante non solo per i nostri studenti, ma per tutto il Dipartimento di Scienze umanistiche – commenta la prof.ssa Donatella La Monaca – Le Digital Humanities sono il terreno su cui si incontrano sapere umanistico e competenze tecnologiche e i lavori presentati dimostrano quanto questo dialogo possa generare proposte inedite che fruite con responsabilità si riverberano fruttuosamente sul vivere comunitario. È un segnale forte del ruolo che l’Università di Palermo vuole avere nel promuovere forme di innovazione metodologica interdisciplinari in grado di supportare l’analisi, l’interpretazione, lo studio filologico dei testi, nell’ambito di una corale valorizzazione del nostro patrimonio culturale».