Si è concluso, con una giornata riflessione e condivisione, il percorso annuale del Servizio Civile Universale all’Università degli Studi di Palermo, svolto nell’ambito del progetto “SiMuA: un patrimonio scientifico a servizio della comunità”. Un’esperienza formativa che ha visto protagonisti 26 giovani volontari tra i 18 e i 28 anni impegnati nella valorizzazione del Sistema Museale di Ateneo, oggi chiamato UniPa Heritage.
L’iniziativa, inserita nel programma “Beni comuni – spazi civici e giovani in Sicilia”, ha rappresentato un’importante occasione di cittadinanza attiva, formazione professionale e crescita personale in uno scambio reciproco di opportunità tra i giovani coinvolti e l’Ateneo.
“Il Servizio Civile – afferma il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri - è un’opportunità per tutti. Da un lato, l’Ateneo beneficia della passione, della disponibilità e dell’atteggiamento aperto di questi giovani, spesso nostri studenti. Dall’altro, per i ragazzi si tratta di un’esperienza altamente formativa. In questo percorso acquisiscono competenze concrete, ma soprattutto sviluppano un forte senso di comunità, contribuendo alla costruzione di una cittadinanza attiva che rappresenta uno degli obiettivi più alti della nostra missione universitaria”.
Il progetto ha avuto come finalità la tutela, la promozione e la fruizione del patrimonio museale e scientifico dell’Università, in un’ottica di accessibilità, sostenibilità e public engagement, in linea con i principi dell’Agenda 2030 e con le strategie del PNRR.
“I giovani volontari del Servizio Civile - sottolinea Michelangelo Gruttadauria, presidente di UniPa Heritage – hanno rappresentato una linfa vitale. Il loro impegno ha dimostrato quanto sia potente il connubio tra sapere e partecipazione attiva e quanto possa essere trasformativo, per i luoghi della cultura, il dialogo intergenerazionale”.
Durante l’anno di attività, i giovani volontari hanno collaborato alla catalogazione e digitalizzazione dei reperti, alla realizzazione di laboratori didattici, alla conduzione di visite guidate, alla manutenzione dei beni museali e all’ampliamento della visibilità online e offline delle attività”.
“Questi ragazzi hanno rappresentato non una presenza marginale, ma fondamentale – conclude Antonino Mazzarella, dirigente dell’Area Didattica e Servizi agli Studenti – un vero esempio di do ut des permettendo all’Ateneo di realizzare concretamente la sua Terza Missione”.