L’Università degli Studi di Palermo ha inaugurato i rinnovati laboratori di Chimica agraria del Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF), segnando un momento significativo per l’Ateneo e per la comunità scientifica. Le strutture, costruite nel 1960 e sottoposte nel corso degli anni solo a interventi minori, non avevano mai beneficiato di una completa ristrutturazione fino ad oggi.
Grazie a un investimento di 300.000 euro di fondi di Ateneo, è stato possibile procedere al rifacimento degli impianti elettrici e idrici, alla realizzazione di interventi murari e alla messa a norma dei banconi da laboratorio e delle cappe chimiche. I laboratori ammodernati sono quattro, per un totale di 200 metri quadrati, interamente restituiti nella loro piena funzionalità e sicurezza.
Alla riqualificazione degli ambienti si è affiancato un importante investimento in strumentazione scientifica, reso possibile grazie a fondi ottenuti tramite bandi PNRR, bandi a cascata, PRIN e progetti Horizon. Il valore complessivo delle nuove attrezzature ammonta a oltre 150.000 euro, consentendo un sensibile potenziamento delle attività sperimentali.
«È una giornata molto importante – ha sottolineato il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri – perché rappresenta il segno tangibile di un Ateneo capace di trasformare i progetti di ricerca in servizi. La struttura laboratoriale che oggi inauguriamo non ha soltanto un’importante valenza didattica: permetterà ai nostri studenti di sperimentare concretamente ciò che apprendono sui banchi delle nostre aule e offrirà al contempo servizi alle imprese e agli enti esterni. Questo è il ruolo che l’Università deve avere: motore di sviluppo, motore culturale e punto di riferimento al servizio della comunità».
Gli spazi ristrutturati rappresentano un polo di eccellenza per le attività di ricerca e formazione. Oltre a sostenere il lavoro dei ricercatori e dei docenti del Dipartimento SAAF, i laboratori di Chimica agraria vengono regolarmente utilizzati a supporto di studenti e docenti di altri Dipartimenti, quali Ingegneria, Scienze della terra e del mare (DiSTeM) e Scienze e tecnologie biologiche, chimiche e farmaceutiche (STEBICEF), confermando la vocazione interdisciplinare della struttura.
«Noi siamo in una fase particolarmente importante e delicata - ha spiegato il direttore del Dipartimento SAAF, Baldassarre Portolano - perché stiamo revisionando l’offerta formativa per rilanciare le professionalità che il Dipartimento prepara, cioè, i dottori agronomi e i dottori forestali. In questo contesto, disporre di strutture laboratoriali di questa rilevanza è di fondamentale importanza, perché ci permette di guardare al futuro con maggiore competitività e con una più elevata capacità di rispondere alle esigenze dell’Ateneo e del territorio».
«L’intensità della produzione scientifica dei laboratori - ha detto Vito Armando Laudicina, professore ordinario di Chimica agraria del Dipartimento SAAF - è testimoniata dai numeri: oltre 1.600 campioni analizzati nel solo 2025, con attività di ricerca che prevedono analisi chimiche, fisiche e biochimiche su matrici ambientali (suolo, acqua e materiale vegetale). Un risultato che conferma l’alto livello di operatività e l’impatto scientifico del Dipartimento».
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