Lettera inviata dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice alle detenute e ai detenuti delle strutture penitenziarie di Palermo e di Termini Imerese tramite i Direttori del Servizio Diocesano per la Pastorale carceraria e i Cappellani delle Carceri.
Carissime Detenute e Carissimi Detenuti delle Carceri dell’Ucciardone, del Pagliarelli e del Malaspina di Palermo e del Burrafato di Termini Imerese,
desidero farvi arrivare in questo Santo Natale del Signore tutta la mia vicinanza. Sento il bisogno di assicurarvi che siete costantemente ri-cor-dati (“ri-dati, costantemente ri-portati, al nostro cuore”) da me e dalle nostre Comunità riunite in preghiera e che lo sarete particolarmente durante l’Eucaristia di questo Santo Natale.
Vi affido alle parole che un autentico martire di Cristo, Dietrich Bonhoeffer, scrisse ai suoi cari genitori, a ridosso del Natale, il 17 dicembre 1943, dal carcere berlinese di Tegel, dove era stato rinchiuso con l’accusa di aver partecipato alla cospirazione contro il regime di Hitler.
Sono parole concrete nate nel cuore di chi affronterà con signorile dignità anche la morte per impiccagione decisa dal Fürer e avvenuta a Flossemburg il 9 aprile 1945. Sono sicuro che vi saranno di grande conforto:
Guardando la cosa da un punto di vista cristiano, non può essere un problema particolare trascorrere un Natale nella cella di una prigione. Molti in questa casa celebreranno probabilmente un Natale più ricco di significato e più autentico di quanto non avvenga dove di questa festa non si conserva che il nome. Un prigioniero capisce meglio di qualunque altro che miseria, sofferenza, povertà, solitudine, mancanza di aiuto e colpa hanno agli occhi di Dio un significato completamente diverso che nel giudizio degli uomini; che Dio volge lo sguardo proprio verso coloro da cui gli uomini sono soliti distoglierlo; che Cristo nacque in una stalla perché non aveva trovato posto nell’albergo; tutto questo per un prigioniero è veramente un lieto annunzio (D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, Cinisello Balsamo [MI], Paoline, 1988, 324).
Unito a voi, pregherò durante i Vespri del tempo di Natale il Magnificat di Maria. Vi propongo di pregarlo con me ogni sera. Vi dia forza e vi assicuri che lo sguardo di Cristo e della sua Chiesa è rivolto a voi, con amore! Ve lo riporto:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre» (Lc 1,46-55).
Dio Padre benevolo e misericordioso «vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,16-19).
Nel mio abbraccio benedicente è tutta la Chiesa palermitana che vi abbraccia e vi benedice. La consolazione del Natale del Signore Gesù sia la vostra forza.
Santo Natale 2025
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