“Rispetto. Generare relazioni autentiche” è il tema scelto per la V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi nella Chiesa e il versetto della Scrittura che guida i testi dei materiali è tra i più noti del Vangelo: “Lasciate che i piccoli vengano a me” (Mc 10,14).

“È il rispetto la sostanza etica a cui ancorare le nostre relazioni ecclesiali, quelle verticali come quelle orizzontali, affinché l’altro sia riconosciuto come tale: altro da me, differente. Di fronte all’altro non solo ci è chiesto di toglierci i sandali per rispettarne la sacralità e l’originalità di cui ciascuno è portatore, ma imparare a “chiedere permesso”, per incontrarne la vulnerabilità come tratto dell’umano da integrare e custodire, sempre e ovunque”- scrive Chiara Griffini, presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori e adulti vulnerabili Cei, nell’introduzione che accompagna i materiali – “E il limite, se valicato, diventa non solo violazione, ma perdita per tutti di quella essenza che ci accomuna al di là di ogni gerarchia verticale e prossimità orizzontale: la dignità che ci appartiene come esseri umani. Quella dignità inviolabile che Gesù per primo ha riconosciuto ai bambini”.

Messaggio dell’Arcivescovo di Palermo in occasione della

V Giornata Nazionale di preghiera della Chiesa italiana

Per le vittime e i sopravvissuti degli abusi

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

la Chiesa continua, con determinazione e discernimento, verso l’obiettivo che si è

data di ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, sfruttati e dimenticati, ovunque essi siano (Papa Francesco).

Il vostro lavoro – ci ricordava Papa Francesco appena un mese prima del ritorno alla casa del Padre – non si riduce a protocolli da applicare, ma promuove presidi di protezione: una formazione che educa, dei controlli che prevengono, un ascolto che restituisce dignità. Quando impiantate pratiche di prevenzione, persino nelle comunità più remote, state scrivendo una promessa: che ogni bambino, ogni persona vulnerabile, troverà nella comunità ecclesiale un ambiente sicuro. Questo è il motore di quella che dovrebbe essere per noi una conversione integrale (Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Roma, Policlinico “A. Gemelli”, 20 marzo 2025).

Anche Papa Leone XIV, fin dai primi mesi del suo pontificato, ha rivolto la propria vicinanza a quanti portano nel cuore le ferite profonde degli abusi.

Durante la celebrazione del Giubileo della Consolazione, il Papa ha voluto ricordare con parole piene di speranza che:

Anche a voi, fratelli e sorelle che avete subito l’ingiustizia e la violenza dell’abuso, Maria ripete oggi: “Io sono tua madre”. E il Signore, nel segreto del cuore, vi dice: “Tu sei mio figlio, tu sei mia figlia”. Nessuno può togliere questo dono personale offerto a ciascuno. E la Chiesa, di cui alcuni membri purtroppo vi hanno ferito, oggi si inginocchia insieme a voi davanti alla Madre. Che tutti possiamo imparare da lei a custodire i più piccoli e fragili con tenerezza! Che impariamo ad ascoltare le vostre ferite, a camminare insieme. Che possiamo ricevere da Maria Addolorata la forza di riconoscere che la vita non è definita solo dal male patito, ma dall’amore di Dio che mai ci abbandona e che guida tutta la Chiesa. (Giubileo della Consolazione, Veglia di preghiera presieduta dal Santo Padre Leone XIV. Basilica di San Pietro, 15 settembre 2025).

Il Servizio Nazionale Tutela Minori quest’anno ci invita a riscoprire il valore essenziale del rispetto, che diventa il fondamento prezioso e necessario per edificare relazioni vere, radicate nell’amore e nella fiducia.

Infatti, è il rispetto – autentico e profondo – a segnare quel limite invalicabile che nessuno può oltrepassare senza ferire la verità della relazione. Solo nel rispetto, infatti, i legami conservano la loro bellezza e libertà, senza mai trasformarsi in vincoli che opprimono o in dinamiche di potere che svuotano l’altro della sua umanità.

Quando quel limite viene violato, non si compie soltanto un atto di ingiustizia o di sopraffazione: si smarrisce qualcosa di essenziale che ci lega tutti, oltre ogni differenza di ruolo, condizione o vicinanza. Si perde la consapevolezza della dignità che ci appartiene come persone, come figli e figlie amati da Dio.

Una dignità inviolabile che Gesù, con chiarezza e radicalità, ha riconosciuto fin dall’inizio nei più piccoli: lasciate che i bambini vengano a me (Mc 10,14). Quelle parole restano per noi oggi un monito e una chiamata: a custodire la sacralità di ogni vita, a difendere con coraggio chi è stato ferito, e a promuovere relazioni fondate sulla giustizia, sull’ascolto e sulla misericordia.

Lo sguardo tenero e compassionevole di Gesù verso i più piccoli resta il modello imprescindibile per tutti!

Di fronte al dramma degli abusi, siamo chiamati ad accogliere le vittime con cuore aperto, a pregare con fede per la loro consolazione, e a camminare con loro nel percorso di guarigione, perché possano sperimentare la forza risanante dell’amore di Dio e ritrovare fiducia nella vita e negli altri.

In occasione di questa quinta Giornata Nazionale, rispondiamo all’invito dedicandoci in modo particolare alla preghiera, ripetendo insieme: Signore Gesù, Figlio venuto a rivelare la misericordia del Padre, ti affidiamo tutti coloro che hanno subito abusi di potere, spirituali e di coscienza, fisici e sessuali, le loro ferite siano risanate dal balsamo della tua e della nostra compassione, trovino accoglienza e aiuto fraterno, i loro cuori siano avvolti di tenerezza e ricolmi di speranza (Preghiera della V Giornata nazionale di preghiera 2025, CEI).

Con fede, dunque, andiamo avanti con il desiderio di essere sentinelle che vegliano mentre il mondo dorme. Che lo Spirito Santo, maestro della memoria viva, ci preservi dalla tentazione di archiviare il dolore invece di sanarlo (Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti all’assemblea plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Roma, Policlinico “A. Gemelli”, 20 marzo 2025).

Tutti ricordo e benedico con affetto.

✠ Corrado Lorefice

Arcivescovo

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