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Si è svolto ad Agrigento l’evento “Polifemo e altri mostri: spazi, miti, narrazioni”, organizzato dal Dipartimento SUM - Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, in collaborazione con il Polo Territoriale Universitario di Agrigento e il supporto della Fondazione Liborio Mario Rubino, nell’ambito delle attività per Agrigento 2025 - Capitale Italiana della Cultura.

L’iniziativa ha preso il via nella Sala “Sebastiano Tusa” di Villa Genuardi, sede della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, con la tavola rotonda sul tema “Anatomia di un Ciclope: quattro chiacchiere sul Mostro, da Omero a oggi” introduttiva alla rappresentazione teatrale “Nessuno sfugge al Ciclope” del filologo classico Luigi “Gigi” Spina.

I lavori, coordinati dalla prof.ssa Francesca Piazza, docente di Filosofia del Linguaggio del Dipartimento SUM, si sono aperti con gli interventi di Gigi Spina e Francesco Puccio, rispettivamente autore e registra della pièce. A seguire, i contributi di Ernesto Tortorella, compositore delle musiche, della prof.ssa Concetta Giliberto, Direttrice del Dipartimento SUM, e della prof.ssa Anna Sica, docente di Teorie e tecniche della recitazione per il corso di Laurea in Musicologia e Scienze dello Spettacolo dell’Università di Palermo. Al termine dell’incontro, gli attori della compagnia Antico fa testo hanno dialogato con gli studenti e il pubblico in sala.

La rappresentazione teatrale - ideata a partire dall’Omero dell’Odissea e, poi, da Euripide, Pirandello ed Emma Dante - è stata messa in scena nella Sala Zeus del Museo archeologico di Agrigento “Pietro Griffo”.

“Lo spettacolo – commentano gli organizzatori – ha alternato momenti di ironia e parodia ad altri di intensa drammaticità, proponendo una reinterpretazione moderna del mito di Polifemo, con risultati imprevistie originali. Nella vicenda, Polifemo, assistito da un Satiro, rapisce Penelope nel tentativo di ottenere da Ulisse un riscatto con cui pagare l’operazione capace di restituirgli la vista. Ulisse riesce infine a salvare Penelope, ma, al termine dell’avventura, la donna decide liberamente di prendere una nuova direzione e proseguire da sola il proprio cammino.
L’iniziativa – concludono – ha registrato grande successo di pubblico e ampia partecipazione di studenti”.